
NOTA: il presente articolo, redatto dal sottoscritto, è edito in forma integrale dal sito www.albanesi.it che ne detiene i diritti.
Da alcuni anni nel ciclismo professionistico è iniziato l’uso del misuratore di potenza della pedalata, sia nell’allenamento che nella gestione del ritmo di gara.
Anche nel “mondo amatoriale” si sta andando in questa direzione, più lentamente, dati i costi non bassi dello strumento (si parte da una base intorno ai 300 €).
In precedenza, a partire dagli anni ’80, si ricorreva all’uso del tachimetro e del cardiofrequenzimetro che però fornisce solamente dati indiretti sulla risposta fisiologica allo sforzo e come spiegato in altro articolo, quest’ultimo rimane uno strumento piuttosto impreciso.
La frequenza cardiaca, sebbene direttamente correlata al livello di sforzo fisico, è influenzabile anche da fattori come ansia prestazionale, uso di sostanze eccitanti, variazioni circadiane dei ritmi ormonali: pensiamo all’atleta che si allena da solo per 50′ in soglia anaerobica a 160 bpm con buona fatica, ma il giorno della gara, dopo due caffè e nella concitazione del procedere in gruppo, senza problemi riesce a sostenere 170 bpm per lo stesso tempo.
Inoltre, la variazione della frequenza cardiaca non è istantanea al variare della potenza erogata sui pedali, impedendo di fatto la possibilità di monitorare la prestazione per intervalli brevi.
L’idea di misurare istantaneamente i watt erogati dall’atleta nasce dall’esigenza di quantificare in modo più oggettivo lo sforzo richiesto da gare e allenamenti.
Con la possibilità di memorizzare i dati raccolti, tramite software dedicati, è possibile lo studio di essi a posteriori, per elaborare programmazione e periodizzazione degli allenamenti.
Come funziona il misuratore di potenza
Un misuratore di potenza, a seconda della marca, viene costruito secondo principi diversi, ma riconducibili fondamentalmente alla rilevazione della deformazione dei materiali del sistema di trasmissione della bici (pedale, pedivella, guarnitura, movimento centrale, catena, mozzo posteriore).
Semplificando: un sensore, solitamente un estensimetro, rileva il momento torcente impresso dal ciclista e un altro sensore rileva la velocità angolare di guarnitura o del perno del pedale.
Si ricava quindi:
Potenza = Momento Torcente (Nm) x Velocità Angolare (rad/s)
Ricordiamo che la potenza meccanica esprime la forza (N) trasferita nell’unità di tempo secondo la formula P= ΔL/ Δt.
L’unita usata per la sua misura, il Watt si esprime come
Un trasmettitore integrato al sensore invia i vari dati sotto forma di impulsi elettromagnetici (in modalità ANT+ o Bluetooth) al ricevitore (solitamente un ciclocomputer o un orologio dotati anche di GPS) che li interpola, ricavandone parametri secondari, utilizzabili istantaneamente dall’atleta durante lo sforzo e li memorizza, sincronizzandoli con velocità, cadenza di pedalata, quota, frequenza cardiaca, distanza, percorso. L’accuratezza è tanto maggiore, quanto più alta è la frequenza di campionamento.
Al termine dell’allenamento i dati vengono trasferiti su computer per poter essere studiati attraverso software dedicati.